STUDIO DI FISIOTERAPIA
E
TERAPIA MANUALE


Dr. Claude Andreini

Gradué en Kinésithérapie – titolo belga a norma CEE
Specializzato in patologie sportive e degenerative delle articolazioni.

Via Trieste 17
Boldara di Gruaro
30020 Gruaro. VE

Tel:  0421 70 60 14
claudeandreini@libero.it


Dopo aver ottenuto il titolo di Insegnante di Biologia e di Educazione Fisica all’Istituto superiore di Biologia e di Educazione Fisica della Provincia di Liegi , Istituto Beeckmann, C. Andreini ha lavorato due anni nel quadro della Cooperazione internazionale, in Algeria come insegnante di biologia. Tornato in Belgio, ha seguito studi di Kinesiterapia, laureandosi nel 1976 con punteggio eccezionale in pratica professionale.
Dopo un periodo di lavoro  in Belgio sia nel ambito termale che in privato, è stato ingaggiato dal Centro de Termalismo Heliomarino di Benicassim, in Spagna, dove ha esercitato per un anno. Dopo un nuovo periodo in Belgio, si è trasferito nel Veneto dove lavora tutt’oggi.
Oltre la preparazione classica, ha seguito in post-laurea corsi  approfonditi di lettura radiologica, in patologia e kinesiterapia dello sport (tirocigno  in Serie A di calcio, FC Liegi), in drenaggio linfatico alla Vlams Universitat Brussel con il Prof. Leduc (tesi di fine studi in questa materia), in elettroterapia  all’ospedale universitario Eugene (Bruxelles).
Inoltre ha seguito il corso completo di Terapia Manuale  all’ I.C.O., International College of Osteopaty, l’unica scuola di osteopatia riconosciuta dallo Stato belga.

In oltre 30anni di lavoro, ha accumulato una esperienza che gli permette di valutare efficacemente  i danni da curare, limitandosi scrupolosamente alla parte che gli compete per non fare perdere tempo e denaro al paziente che gli affida la propria salute. Tuttavia, difende accanitamente la stessa parte, troppo spesso preda di  massaggiatori e maneggioni abusi o altri incompetenti, di cui il Paese è tristemente ricco.
“Primum, non nuocere” fa parte della sua filosofia. Pertanto,  è solo dopo una visita preliminare, che serve a valutare il danno e le possibilità di cura, che verrà accettato il paziente. Questo primo contatto è sempre gratuito. Inoltre il pagamento  è  richiesto esclusivamente a fine cura per  non  rendere obbligatoria la prosecuzione della cura se non tollerata o non più gradita dal paziente. Quest’ultimo  deve eseguire la cura in completa serenità ed accettazione.



Come arrivare….

Lo studio si trova di fronte  al molino di Boldara nel cuore  del Parco  di Boldara, lungo il fiume Lemene.
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Arrivando da San Vito al Tagliamento, dopo Cordovado e Cintello(500m), prendere a destra la strada indicata   “BOLDARA GRUARO”. Dopo 200m di stradina  molto alberata , siete arrivati. Lo Studio è a destra, casa di mattoni gialli a vista

Arrivando da Portogruaro, prendere la Statale per San Vito. A 4km  dalla città, prendere a sinistra la strada indicata   “BOLDARA GRUARO”. Dopo 200m di stradina  molto alberata , siete arrivati. Lo Studio è a destra, casa di mattoni gialli a vista.

Arrivando dall’autostrada (da PN o VE o TS), prendere la direzione Portogruaro e passare  due rotonde. Circa 100m dopo la seconda, al livello dell’Albergo LA BOTTE, girare a sinistra  e continuare per circa 800m, superando il fiume. Girare a sinistra  per prendere la direzione di San Vito (statale). Dopo circa 3km prendere a sinistra la strada indicata   “BOLDARA - GRUARO”. Dopo 200m di stradina  molto alberata , siete arrivati. Lo Studio è a destra, casa di mattoni gialli a vista.





















Le cure, le indicazioni…..

Soffrite di…                                             NEVRALGIE
Dolori lombari, cervicali, intercostali, cervicobrachialgie, cruralgia, sciatica.

E volete curare la  causa profonda  di questi dolori  e non solo i sintomi con i soliti farmaci?
Rivolgetevi  al fisioterapista di esperienza e preparato con studi a norma CEE ed autorizzato ad esercitare dal Ministero della Sanità.


Presentate …                                   PATOLOGIE SPORTIVE
Distorsioni, strappi muscolari, tendinite, borsiti, meniscopatie, tennis elbow.


Non mettetevi nelle mani di maneggioni,  maghi-mago ed altri tiraossa e massaggiatori improvvisati.  Non accontentatevi delle solite pomate e  periodi di riposo inutili e dannosi.
Queste  patologie ed incidenti sono spesso causati da disturbi bio-meccanici che solo  operatori  molto preparati possono valutare e curare approfonditamente.

Non avete più 20anni, con   PATOLOGIE  ARTICOLARI  e  DEGENERATIVE
Artrosi, periartriti, coxartrosi
Questo non significa  dover sopportare  i “dolori”   con  la solita  cura di  “antitutto”. Spesso  sono la conseguenza non dell’età ma di disfunzioni biomeccaniche   portate avanti per anni e molto spesso rimediabili con  la terapia fisica e manuale.

Siete stati operati o  avete appena tolto  un gesso? Dovete eseguire velocemente una…. RIABILITAZIONE POST OPERATORIA


Siete incinta e volete  vivere un parto sereno e consapevole? Volete capire quanto vi succede ed essere capace di reagire come si deve per non fare parte della schiera di donne che ricordano solo sofferenza? Volete  essere seguita da chi vi ha preparata fino in sala parto?
Allora fate la …
PREPARAZIONE AL PARTO SECONDO LA TECNICA DI LEBOYER: PSICOPROFILASSIA DEL DOLORE.
 



ARTICOLI  DIVULGATIVI

LA RADIOGRAFIA

Nata dalle ricerche di Marie Curie sulla radioattività, la radiografia è diventata un mezzo meraviglioso di indagine medica, in quanto permette di vedere  le strutture ossee ma anche le parti molli, polmoni, o cave, intestini, se riempite prima di liquido opaco. Essa però non è innocua e non sempre necessaria.

Rispetto alla prima caratteristica, non sempre ci si è posti correttamente il problema. Pensate che  negli anni cinquanta, nonostante la bomba atomica, non si era ancora convinti della pericolosità dei raggi ionizzanti: in effetti, oltralpe, nei negozi di scarpe, c’erano delle macchine dotate di una apertura dove si infilava il piede calzato di nuovo e da una finestra posta in alto si poteva osservare le ossa e la loro posizione  nella scarpa! Una pazzia sia per il cliente che per il personale del negozio...

La necessità, poi, di questo mezzo diagnostico applicato all’ortopedia è l’oggetto di questo articolo. Quando fare la radiografia, prima  o dopo la diagnosi? Ossia prima o dopo che si sappia di quale problema si soffre eventualmente? Per me la risposta è chiara, ma l’esperienza quotidiana evidenzia che non è una opinione sempre condivisa. Per capire meglio faccio un esempio banale: quando un’automobilista si reca in officina perché la macchina non funziona bene, cosa fa il meccanico? Apre il motore? Toglie gli ammortizzatori? Smonta i freni, svuota  i serbatoi?  Per prima cosa chiede al conducente cosa succede e dopo si mette ad ascoltare o a provare il veicolo. Solo quando avrà un’idea precisa del danno interverrà sulla parte non funzionante.

In medicina, è esattamente la stessa cosa: l’operatore ascolta cosa dice il paziente (o dovrebbe), dopo fa la visita (o dovrebbe) e infine fa una diagnosi. Solo in caso di dubbio o per confermarla chiede una radiografia mirata.

La radiografia deve essere fatta solo ed esclusivamente dopo l’esame clinico che da, o dovrebbe dare, con parecchia precisione una idea del problema. Perciò se la diagnosi è sicura, perchè fare una lastra se non c’è la certezza dell’assenza di una evoluzione pericolosa, un tumore per esempio? In sostanza, s444e la sciatica è accertata, perchè irradiare? Invece, se non c’è una diagnosi, dove fare una lastra? Su tutto il corpo? E poi dove e cosa  osservare?! Inoltre una radiografia che preceda l’esame clinico non è la garanzia di una diagnosi  corretta. In effetti quante volte sento dire che c’è una periartrite perché è visibile una calcificazione nella spalla!  Scommettiamo che  se facciamo una radiografia a 1000 persone a caso, troveremo decine  e decine di persone  con dei depositi calcarei  che non presentano nessun dolore!  Invece, quando si fanno lastre a periartriti  correttamente diagnosticate, molto spesso non si riscontrano calcificazioni! Allora  il paziente se l’inventa il dolore? Certo che no, perché non sempre c’è correlazione fra deposito e  dolore visto che 60% delle periartiti sono psicosomatiche o senza alcuna calcificazione.  Ovviamente da non curare con euforizzanti od altri antidepressivi.
Tuttavia, personalmente ho la triste sensazione che meno si sa fare l’esame clinico e più si chiedono radiografie, con buona salute degli irradiati.  

Dr. Claude Andreini - Fisioterapista

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CONOSCI TE STESSO
Nozioni elementari di patologia e le cure eventuali.
A cura del Dr. C. Andreini

Prima di proporre l’approccio di una patologia, vorrei ripulire il campo da certe espressioni ambigue:
1. il “dolore: Il dolore è un sintomo. Non è il nome di una malattia. Un trauma, una malattia, provoca dolore. Perciò è sempre una conseguenza e non un punto di partenza. Infatti, quello che la gente chiama “dolore” è una infiammazione articolare di tipo o artritico o atrosico. Nonostante le due parole si assomiglino, esse rappresentano patologie distanti fra loro come lo sono una Ferrari e un tagliaerba. L’artrite, o reumatismo,  è una infiammazione articolare  su base infettiva, anche se non sempre si riscontra il microbo. La malattia è grave.
L’artrosi, invece, non è una malattia. Semplicemente il risultato di un consumo fisiologico delle articolazioni.
2. il “nervo”: Spesso sento: “go un nervo fora”. Impossibile!
In effetti il nervo non è altro che un cavo elettrico che, come esso, è formato da fili contenuti in una guaina. Come il cavo, serve a fare passare della corrente elettrica, dal cervello o dal midollo vertebrale ai muscoli e agli organi del corpo e vice versa. Perciò, un nervo non “va fora”… perché non si muove! Se qualcosa “va fora”, più spesso è la testa dell’Uomo.
Ciò che la gente chiama “nervo” è semplicemente il tendine di un muscolo o meglio il legamento che tiene stretto un osso con un altro. Questi articoli possono essere “stressati” da variazioni di posizioni abnorme delle ossa, dovute a incidenti più o meno gravi, come fratture, distorsioni o lussazioni, tutte patologie che studieremo in seguito.

3. Lo strappo
La parola è chiara: si tratta  di una lacerazione di un tessuto. Spesso usata nel campo sportivo quando dopo una fitta dolorosa l’atleta o crolla per terra o si ferma e  finisce zoppicando nello spogliatoio.  In questo caso si sente  parlare di allungamento, di strappetto…etc. No, uno strappo è sempre  una rottura di fibre muscolari. Quello che varia è la quantità di fibre rotte  che fa da poche centinaia a migliaia con la conseguente eventuale  presenza di un vero e proprio “buco”, una caverna che si riempie di liquidi.  Gli strappi sono molto spesso causati da un desequilibrio biomeccanico che altera l’attività del muscolo. Verificare questa meccanica articolare è fondamentale se non si vuole assistere a ricadute sistematiche appena la persona riprende l’attività sportiva.
Gli strappi gravi si sentono benissimo alla palpazione e sono resi visibili dalla macchia bu, gialla che si estende  attorno alla ferita ma anche a distanza. Vedremo più tardi la cura ma  possiamo già dire che non si deve mai mettere  del caldo al momento dell’incidente e ancora meno massaggiare. La cura deve essere immediata e comporta la continuazione del movimento.
La parola strappo è usata anche nel caso di  dolori lombari violenti dopo sforzo magari controllato male. Altri parlano del”Colpo della Strega”…
Si tratta in questo caso di “distorsione articolare”. Questa patologia è quasi sempre riconducibile ad un disequilibrio articolare biomeccanico. L’unica strada di cura è il ritorno alla normalità biomeccanica  articolare. Ogni cura a base di farmaci è assurda visto che la causa non è eliminata dalla molecola ma solo i sintomi  sono messi a tacere per il periodo di azione del farmaco. L’uso del farmaco è utile solo per alleviare momentaneamente il dolore e  sempre fare arricchire le società farmaceutiche.

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ARTICOLI DI STAMPA


Alla ca. della Sig. Marta Erba -Redattrice all’ESPRESSO Oggetto: risposta all’articolo “Il raggio della discordia”- 13-01-2000

Finalmente!

Si, finalmente una denuncia pubblica sulla totale inefficacia del laser nel campo della ortopedia.
Personalmente sono anni che ricevo richieste di trattamenti da parte di pazienti che si presentano con tanto di prescrizioni firmate da  medici ortopedici- anche primari con nomi prestigiosi-  per patologie muscolari, ma anche articolari se non intra –articolari.
Rifiuto sistematicamente argomentando che non è un po’ di luce rossa e “calduccia” che può migliorare qualunque sintomo o eliminare qualunque causa di sofferenza, in questo ramo.
Sono anni che dico che il laser “ortopedico” è semplicemente un furto sia economico che morale. In effetti, le sedute consigliate dalle ditte produttrici di laser non sono inferiori in numero (da sette a dieci sedute per una distorsione tibio-tarsica!) a quelle da fare con tecniche più semplici, più tradizionali e soprattutto di appurata efficacia (una seduta sola può essere sufficiente per la patologia citata in precedenza), ma  invece molto più costose.  Inoltre, come giustamente detto nell’articolo, nessuna ricerca ha mai confermato la minima  efficacia del raggio colorato. Già da anni, l’uso di tale tecnologia nel campo dell’ortopedia non invasiva ci era,  e ci è sempre, vivamente sconsigliata nei corsi di aggiornamento dispensati a Bruxelles, all’Ospedale universitario Erasmo. C’è perciò da chiedersi su quale fondamenta scientifica si basa la categoria degli ortopedici per ordinare la laserterapia. Ma che si basino su tali criteri o su altri meno seri ma più lucrosi?
 L’ultimo rappresentante di una ditta produttrice, messo nell’angolo senza più argomenti, ha tentato di convincermi con una sua ultima carta: “anche la squadra di Berlusconi ha comperato i nostri laser!”
Meglio che non scriva la risposta che ho dato al mal capitato calcio dipendente. Purtroppo parecchi fisioterapisti, o persone che si spacciano come tali e che sono usati a buon mercato da un’altra categoria assai messa sotto torchio in questo periodo, fanno altrettanto uso di queste macchine che hanno solo di buono, forse, l’impatto placebo a traverso una miriade di luci lampeggianti appoggiate dalla sceneggiatura degli occhiali di protezioni sopra il bianco vestito.
Purtroppo se il laser ha fatto arricchire con fraudolenza, cosa dire della magnetoterapia- vi ricordate della pubblicità Roneford?- che continua nello stesso modo ad ingannare il popolo degli ammalati.
Quando mai una gabbia di Faraday ha mai normalizzato un conflitto disco-radicolare, sbloccato un menisco o disinfiammato una periartrite scapulo-omerale? Sono quindici anni che vorrei una risposta. Aspetto ancora. Chissà che Lei ne riceva una. Mi faccia sapere.
Con rispetto e cordiali saluti

Claude Andreini



In risposta all' articolo "ABUSI: DENUNCIA PER I FALSI FISIATRI"
Al "Gazzettino di Venezia"
Bravo, Professore Bertolini! Era ora di denunciare i falsari della nostra professione, ma come al solito lo si fa all'italiana...
In effetti, di Fisioterapisti in Italia non c'è ne sono... visto che fino adesso il titolo nazionale non rispondeva alle norme stabilite dalla Comunità Europea. Ma già che ci siamo, perché non denunciamo invece in veri Fisioterapisti? Ossia quelli che hanno un titolo a norma CEE perciò superiore a quello rilasciato nel Belpaese ma che ha il difetto di non essere nazionale e che, di conseguenza, permette di lavorare senza "direttore sanitario", impiego assai redditizio quando si prende la "responsabilità" delle cure effettuate da uno o più terzi (giustamente non autonomi visto il titolo non CEE)
Io, da Belga, questo titolo a norma CEE, c'è l' ho e dal 1976.
Ma ho anche una condanna infamante e tutt'oggi il sequestro del mio materiale di elettroterapia perché a prima vista l'Ordine dei medici non riconosce la legge 741 del 14 sett. 1994 e perché il Ministero della Sanità ha messo 512 giorni per riconoscere il mio titolo quando la legge ne prevede 120! Per di più, la stessa legge del 1994 non ha ancora ricevuto, dopo tre anni, le sue norme di applicazione da bravi burocrati medievali che siamo.
A questo punto, un paio di richieste le farei al Professore Bertolini: prima, perché tanto accanimento contro i veri professionisti e niente contro la marea di aggiustanervi-tiraossa-maghimago-imbalsamatori-erboristi improvvisati che, da ex carabinieri, ex muratori, ex finanzieri, ex insegnanti, ex venditrici di profumi, ex baristi, sempre agricoltori, tutt'oggi casalinghe, imperversano indisturbati da decenni, pure a conoscenza delle strutture sanitarie e da medici incoscienti che ne consigliano  talvolta l' operato? Solo attorno a Portogruaro, c'è l'imbarazzo della scelta da Alvisoppoli al Biverone passando da Concordia dopo un giro a Sanvito al Tagliamento...
Loro però, anche se sono conosciuti dai medici e dai loro premurosi rappresentanti sindacali, non vengono disturbati dal NAS. Perché?
Seconda richiesta: la fisioterapia, ricca di tecniche altamente specializzate e ormai, anche in Italia di livello universitario (i primi laureati usciranno quest' estate), viene eseguita da persone che non hanno mai studiato in modo approfondito la materia ne effettuato una sola ora di pratica professionale (non parliamo di esami superati), ossia da sempre più numerosi medici di base. A me non sembra corretto. E Lei Professore  Bertolini?
Sperando che  voci altrettanto autorevoli si alzino la ringrazio,  egregio Prof. Bertolini, di aver scoperchiato una pentola dove bolle, lo temo, un argomento molto scomodo per tanti improvvisati, ma anche  titolati...
Sempre disponibile per un eventuale colloquio, porgo i più cordiali saluti.
 
Claude Andreini


Lo SPIF (un sindacato professionale di fisioterapisti) si chiede a cosa è dovuta la crisi di categoria:
La crisi del lavoro?   ....o crisi della Professionalità? ....o altro?
 
Personalmente , la penso così...
Bella domanda! Risposta spietata...
Sono ormai un laureato  (straniero -Belga) attempato, con 33 anni di carriera,  per la maggiore passati come libero professionista specializzato  in patologie degenerative e sportive con l'indirizzo della terapia manuale studiata in Belgio. Da  25 anni lavoro in Italia. Purtroppo.
In effetti,  come tutti vado in vacanza. Il paziente  deve pertanto trovare alternative e finisce nelle mani  di altri fisioterapisti, pare laureati per quanto si può leggere sulla lucida targa  posta sul portone. Dico pare perchè quando sento le valutazioni effettuate  sui pazienti e il modo di impostare le così dette cure, penso che la domanda fondamentale sia "MA CHE CAZZO HANNO MAI STUDIATO !?"  ossia, per tornare alle vostre domande "CRISI di COMPETENZA?!! Altrochè!
 
Farò tre esempi freschi di settimana: il primo tratta di una paziente  colpita da periartrite scapulo omerale su base degenerativa della cuffia dei rotatori. Beh, il nostro "laureato" di turno ha eseguito 22 sedute di ultrasuoni... e basta! Però la paziente rimaneva  50 minuti sotto cura ossia  dopo i cinque minuti  per spogliarsi  la disgraziata doveva subire 45 minuti di ultrasuoni non pulsati con il nostro "professionista" che di certo  oltre che provocare alterazioni cellulari patologiche (sul DNA) sulla persona doveva anche lui  avere un certo dolore  alla spalla a fine strofinamento. Evidentemente era in possesso  di quella sola macchina  e non aveva idee di cure alternative al di fuori  della sua macchinetta.
 
Dopo, un paziente mi ha chiamato  per curare , secondo quanto stimato dal "collega", una serie di "contratture   muscolari sulla colonna, alcune fresche ma altre assai vecchie".
Caspite! Siamo come nelle cantine del Montalcino: qua si trovano contratture di annata!
Dopo 15 sedute di massaggetti il "Laureato massaggiatore" si era arreso, incapace di  sistemare il paziente. Ovviamente  non aveva la minima idea di come accorgersi che la persona soffriva di un blocco posteriore di una sacro iliaca, di un blocco in L2-L3 e di una distorsione in c0-c1; c1-c2. Figuriamoci la cura!
 
L'ultimo disgraziato, curato con una vagonata di antitutto  incluso cortisonici(da parte  di una sfilza di medici, incluso un ortopedico), con ginnastiche distensive e antidolore, con massaggi di ogni tipo, per  "dolore inguinale dovuto ad una infiammazione ad un adduttore di  coscia " non aveva  trovato nessuno per fare il  semplicissimo test che metteva in evidenza hollywoodiana una coxartrosi severa assai !
Pertanto, come al solit, non solo si conferma il detto che l'abito non fa il monaco ma, da queste parti delle Alpi, nemmeno lo studio!
Da noi, il laureato in ambito medico si limita a curare gli effetti e non le cause, nella più pura tradizione  della miserabile medicina "della mutua" che ordina radiografie alla caviglia dolente quando il paziente  presenta una sciatica...
 
Caro Spif, sappiamo ormai grazie alle Iene ed altri Gabibbo, grazie alle testimonianze di insegnanti universitari che lamentano il livello sempre più basso  consentito,  che le lauree sono quello che sono; che la poca pratica professionale  non risulta  di qualità e che, secondo quanto mi viene detto dai studenti, "la difficoltà è entrare in facoltà, non uscirne". Esattamente il contrario di quanto ho vissuto da studente in Belgio: il primo giorno, nell' anfiteatro, il direttore d'Istituto ci ha detto di brutto: Signori, guardatevi intorno...siete 245. A fine preparazione sarete  70... Forse!.
E così fu, in peggio.
Che questa lettera mi faccia passare per presuntuoso? Sinceramente, non me ne importa un fico secco.
Mi dispiace però moltissimo che di nuovo, nonostante tutte le garanzie  lanciate nelle trasmissioni televisive specializzate in medicina o sui media cartacei,  si debba prendere atto che l'Italia è ancora molto immatura nei confronti di quanto si produce come professionisti all'estero,  a spese ovviamente dei pazienti che  continuano troppo spesso per mancanza di fiducia e di risultati - ma è una conseguenza logica- ad alimentare il mercato  degli abusivi e altri tiraossa  e stregoni di paese.
Quando penso che una massaggiatrice  della zona mi ha detto un giorno che ormai eravamo colleghi  perchè, senza una sola ora di studio supplementare, la legge aveva  equiparato il suo titolo al quello di laureato, mi vengono  brividi e senso di nausea!!!
Pertanto, cari  colleghi del SPIF, chiedete più durezza, più selezione, più eliminazione nelle aule e nei reparti di tirocinio se non volete  creare  un' altra  generazione di massaggiatori "laureati" che non saranno altro che la solita bassa sudditanza  per la categoria dei medici che continueranno ad usarli per eseguire ciecamente ordini a solo scopo di lucro e no per il miglioramento dello stato del paziente.
Buona fortuna.
Claude Andreini
 
Laureato in Kinesitherapia
Terapista manuale (International College of Osteopathy -Belgium)
Specializzato in patologia sportiva e degenerativa
Prof. di Educazione Fisica e di Biologia
0421 706014
 
Fortissimo Claude !!! Triste ma anche molto divertente !!! Io studiato con i tuoi colleghi belgi dell'Università di Brussels, siete in gamba non c'è che dire...Ma anche io non mi sento assolutamente arrivato....faccio ancora fatica a fare determinate tecniche....per il resto mi sono sempre fatto un ...così e sono aggiornato etc etc....Comunque la mia ragazza che è uscita dall'università qualche anno fa con 110su110 e la lode, ottima studiosa, si incazza spesso come una bestia perchè non ha avuto NIENTE con cui poter costruire la propria professionalità. Certe università farebbero meglio a chiudere se tengono aperto per sfornare "colleghi" tra l'altro pure demotivati e qualche perchè ci sarà !!! Guarda io mi vergogno e sono convinto che tutto parta dalle università, io stesso ho perso molto del mio tempo e il grave è che per alcuni, l'impostazione data dall'università resta tutta la vita nella loro mente !!! Io appena "sfornato" ho avuto un solo giorno di follia in cui mi sentivo mooolto preparato...è durato 1 gg ed ero giovane, ma da l'idea del fatto che a volte l'impressione che "basta poco per superare addirittura il docente dell'università..." sia purtroppo spesso vera... ma il problema è che neppure superando quel docente si arriva alla sufficienza nella nostra professione !!!! Io sto portando avanti un progetto formativo di alto livello...se per caso hai delle idee più che volentieri...ciao ciao

Simone Patuzzo
 


NON MESCOLIAMO LA SETA E IL COTONE… SPECIALMENTE SE E’ IL COTONE CHE TENTA DI MESCOLARSI!

Egr. Dott. Fletzer,
mi chiamo Nicola Ferrara e sono il Presidente della neocostituita Associazione Italiana Massofisioterapisti‐ di seguito AIMFI. La nostra Associazione è stata convocata presso la Presidenza della Camera dei Deputati dal Presidente On.Gianfranco Fini per mettere fine all'annosa questione dei massofisioterapisti diplomati dopo il 1996 e, contestualmente, alle continue vessazioni delle associazioni di categoria come AIFI che, nonostante le sentenze del Consiglio di Stato, perseverano nella diffamazione di chiunque si occupi del settore della terapia fisica. Siamo ben consci che il profilo del massofisioterapista o dello stesso fisioterapista non possano e non debbano vantare libertà operative che spettano solo al medico e al medico fisiatra. Intendo prescrizioni, somministrazioni di terapie in autonomia e tutto quanto attenga, in scienza e coscienza, a colui che dette prerogative le ha di diritto. Noi siamo solo operatori e lo Stato finalmente ci ha voluti convocare per sanare una diatriba giuridica che dura da troppo tempo; in questa occasione illustreremo al Presidente Fini il nostro manifesto che, per correttezza nei confronti della categoria alla quale appartiene e che Lei stesso rappresenta, prevede il riconoscimento, da parte nostra, dell'unica reale figura di riferimento per il nostro lavoro: il medico fisiatra. In sostanza riteniamo che nessun operatore,professionale o universitario che sia, debba vantare autonomia operativa nel settore della riabilitazione se non medico specialistico. Secondo la nostra filosofia viene prima il paziente e poi la categoria pertanto abbiamo attirato un considerevole numero di adesioni da parte di colleghi, mondo scientifico e pazienti. A loro dedicheremo uno spazio che sia l'inizio di una vera educazione al rispetto delle competenze e a tutela dei cittadini senza velleità di trasformarci in entità politiche vuote, dispendiose e afinalistiche. In attesa di un Suo cortese riscontro Le porgo cordiali saluti Dott. Nicola Ferrara Presidente AIMFI

Caro SPIF,
Immagino che il "Dott Ferrari ", diplomato Massofisioterapista sia un "collega" di quella massaggiatrice locale che si è  dichiarata mia "collega" perchè,  nonostante alcun studio ed esame di Stato supplementare,  ha visto il suo  diploma  riqualificato -con chissà quale magia italica- in "laurea per massaggiatore".
A me risulta, da una Direttiva del Ministero delle Sanità (sesta divisione) che l'unica figura che può esercitare sulle patologie muscolo scheletriche (e non solo)relative alla suo formazione  sono i laureati in fisioterapia e che, inoltre, tutte le scuole di massaggiatori, riflessopranomassaggiatori, massaggiatorifisioterapisti, vedenti o no, sono state ABOLITE e chiuse. Pertanto la domanda è: come fanno a venire fuori persone così titolate se le scuole non esistono più?
Dopo, come si fa ad essere Dottori con un titolo non riconosciuto dal Ministero della Sanità?
Una richiesta parallela è da farsi: il medico fisiatra è una figura alquanto  vaga. Presente praticamente solo in Italia. Cosa sono le sue prerogative?
La sua preparazione  gli permette di operare in quanto chirurgo, come un ortopedico? La sua formazione gli permette di operare in quanto fisio o chinesiterapista? Che sappia io, no.
Pertanto sarebbe una figura che  esegue un esame per  emettere una diagnosi e dare una cura.
L'ultima diagnosi che mi è capitata alcuni giorni fa,   da un fisiatra, era: dolori lombari . La cura: 12 sedute di magnetoterapia. La persona non era stata spogliata (fatta solo camminare e piegare in avanti, per quanto possibile)  e il medico si era accontentato di leggere le lastre (senza notare  ben quattro ernie di Schmorl a livello  dorsale e una lombare in L5-S1). Sarà un bravo medico ma ,personalmente, non riesco ad accontentarmi di queste indicazioni e, in coscienza, non posso accettarle sotto questa forma per poter eseguire una cura.
Come sostenevo nella mia lettera precedente, quanto appena scritto NON SIGNIFICA NIENTE.
Prima, perchè non si può effettuare una diagnosi in base ad una lastra, quest'ultima  da considerare solo come una conferma  di quanto rilevato in fase di esame clinico.
Dopo perchè qualunque  paziente sa che quando ha male nel fondo schiena, si lamenta  sicuramente di "dolore lombare". Sarebbe proprio il medico, figuriamoci lo specialista, a dover individuare LA CAUSA di codesto dolore. Solo  dopo questa scoperta, si può applicare una cura adatta. Che di certo non è della magnetoterapia.
 Ho chiesto ad un prof Francese che ci aggiornava all'ospedale universitario Erasmo di Bruxelles alcuni anni fa,  cosa pensava delle magnetoterapia.
 …"La magneto...chè?" mi ha risposto ridendo.   Ci ha spiegato che negli anni cinquanta i Russi avevano esperimentato l'inserimento di persone in un tubo costituito da un cavo in cui correva della corrente ciò che ,come sappiamo, costituisce una gabbia di Faraday. Dopo pochissimo tempo, hanno intelligentemente abbandonato quella strada nella ricerca antidolore...
Purtroppo, ci ha spiegato il medico Francese,  esistono delle ditte che, una volta scaduti i "copyright" delle invenzioni, si ricomprano i diritti per un boccone di pane, li sfruttano a base di belle carrozzerie, lampadine scintillanti e schermi da caccia bombardieri e li immettono sul mercato  con una pesante  pubblicità come quanto successo con la famigerata R.......d .
 (Oggi stanno invadendo il mercato  le onde d'urto. Aspetto prima di giudicare una tecnica che purtroppo necessita un investimento di 20.000€. Però.... al rappresentante ho chiesto quante sedute (da 100€) erano necessarie per curare uno strappo  ad un gemello.
"Dopo appena 3\4 sedute si incomincia già da vedere risultati" mi ha risposto con una sicurezza granitica. Ma se dopo due sedute  vedo il mio calciatore che corre  e riprende a giocare dopo la terza!? A cosa mi serve questa "novità"???)
 Pertanto, prima che ci si accorga (a patto che lo si voglia) che non produce nessun vantaggio, queste ditte si sono recuperato l'investimento 20 volte e possono andare alla ricerca di altri mezzi da proporre a nuovi conigli.  A me è stato proposto l'acquisto di ben tre macchine del genere da parte di un medico (di famiglia) che con altri due colleghi  le aveva presi in Leasing.
"Non hanno funzionato con Lei Dottore, pertanto, perchè vuole che funzionino con me," ho risposto.  Di conseguenza logica (niente si crea, niente si perde, tutto si trasforma), le macchine sono state acquistate dalla struttura sanitaria vicina... Fra colleghi,  si deve fare quadrato si o no?...e giustificare l'ultimo rapporto dei Giudici Contabili  dello Stato alla Corte dei conti.
Pertanto, tornando al paziente  affetto da "dolore lombare da trattare con la magnetoterapia"....cosa dovrei farne?
Rimandarlo dal suo medico condotto? Che magari gli prescrive un'altra visita specialistica? Da prenotare  tornando nella struttura ospedaliera? Che gli darà un'altro appuntamento entro tre mesi? Per una visita eseguita dallo stesso fisiatra che  dovrà prendere atto   della mia  posizione e magari rimangiarsi quanto scritto  mesi prima?  Insomma tutto il tempo di avere una ulcera gastrica a forza di assorbire chili di pasticche per bocca e litri di Betnelan per chiappe.
Una soluzione alternativa sarebbe trovare un massofisioterapista....?
In effetti, siccome il Sig.Ferrari tiene "innanzi tutto al paziente", ci faccia sapere come lui avrebbe lavorato in un tale caso, allo scuro della lesione, del suo livello  e delle sue caratteristiche biomeccaniche.  .
 
Claude Andreini
Fisioterapista belga laureato a Norma CEE
Liberissimo professionista